Le bruciate son cotte a poco a poco Nella cenere calda, e che profumo! Sale su per la cappa un fil di fumo E dai vetri si vede ardere il foco. I Santi che viaggiano stanotte Scorgono ai vetri quella rossa fiamma. Hai messo il piatto alla finestra, mamma? Piatto dei Santi con le caldarroste. Sfila la processione cheta cheta, E ognun si serve e paga una moneta,. E la moneta non si vede, ma Porta salute con felicità. Térésah
Giungo qui dal blog di Vany e scopro un bel blog, luminoso e accogliente. La poesia è pregna d'atmosfera autunnale e nostalgica. La rievocazione dell'infanzia e di quei gesti tipici del giorno di festa sono un conforto e giungono al cuore: un tempo le feste si tingevano di teneri riti.
Ciao Paola, bellissima e calda poesia, non la conoscevo...in mezzo a tante zucche è un sollievo una poesia così.
RispondiEliminaCiao, un abbraccio.
Antonella
Giungo qui dal blog di Vany e scopro un bel blog, luminoso e accogliente.
RispondiEliminaLa poesia è pregna d'atmosfera autunnale e nostalgica. La rievocazione dell'infanzia e di quei gesti tipici del giorno di festa sono un conforto e giungono al cuore: un tempo le feste si tingevano di teneri riti.
Buona conoscenza, a presto.
annamaria
ANTONELLA: sei sempre gentilissima e attenta ai miei post. Ti abbraccio.
RispondiEliminaPaola
ANNAMARIA:benvenuta nel mio Blog. verrò a farti visita. Ti ho messa nei Blog che seguo. Un caro saluto.
Paola