Quanti anni luce dista l’Italia da Kabul? Qui parliamo d’inferno per un nubifragio o una coda in autostrada, di guerra e linciaggio per le beghe politiche o televisive, di killer per un articolo e di gente che salta per aria alludendo a un direttore dimissionario. Poi un giorno abbiamo davanti agli occhi l’inferno vero di Kabul, la guerra dei talebani contro noi occidentali, un kamikaze killer che fa saltare in aria non per modo di dire una decina di nostri soldati. E allora capiamo come quest’Italia viva in una bambagia di ipocrisie, usando metafore improprie e dimenticando la realtà. Crede di essere entrata nell’era della globalizzazione e invece vive un suo universo provinciale, a circuito chiuso, dove tutto finisce a Porta a Porta o in tribunale. Abbiamo perso il respiro della storia e abbiamo abbandonato alla solitudine i parà che sono a Kabul, ma anche i nostri che rischiano la pelle in Somalia o dove diavolo li porta la cruda realtà. Non capiamo più cos’è la storia, cos’è la guerra, cosa sono i soldati e i guerriglieri, non siamo in grado di capire la virulenza dei fanatici e l’uso delle bombe. Per avere una vaga idea di quel che succede, dobbiamo equiparare l’attentato di Kabul o di Nassirya agli incidenti stradali, ai terremoti, alle tragedie come quella di Viareggio. Non siamo più in grado di capire cos’è una guerra e cos’è l’odio.
(segue nel link sottostante)
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una volta si diceva che una risata li seppellirà... altro che risata quii...
RispondiEliminaScusa c'è un errore volevo dire "la gente non vede se questa missione avrà una fine o no"
RispondiEliminaGuarda ho letto l'articolo lo condivido in parte, soprattutto l'inizio che pubblichi anche tu. Mi lasciano perplessi un paio di punti.
RispondiElimina1)La gente li lascia soli. E' vero questo ma ci chiediamo perchè? Forse l'opinione pubblica non ha bene chiaro se questa missione che ormai è iniziata da tanti anni e non se ne vede la fine. Io sono d'accordo alle missioni umanitarie ma solo se davvero accettate dalla maggior parte della popolazione e con una missione appunto che si sappia cosa debba fare e quando finisca. Non so se è il caso dell'Afghanistan.
2) Questa contrapposizione tra "noi" e "loro" le generalizzazioni mi spaventano sempre. E' chiaro che i talebani sono i "cattivi" della vicenda però parlare di "loro" in generale mi fa paura, lo riesco a vedere solo come l'alzare un nuovo muro...
Purtroppo viviamo in un mondo schizoide.Già il fatto che piangiamo questi soldati mentre non sappiamo neppure che altri stanno morendo proprio ora la dice lunga sul dolore a comando.Ciao
RispondiEliminaIo mi chiedo solo quando le mamme finiranno di piangere per i figli eroi...finirà mai questa catena di odio che trasforma i nostri giovani migliori in carne da macello?
RispondiEliminaCiao Censorina
RispondiEliminacondivido in pieno l'articolo. Aggiungo una cosa: ci si dimentica che nonostante la guerra quei soldati italiani volevano e vogliono ancora la pace tra i civili e condizioni di vita dignitose. il resto è chiacchiericcio politico.
@ phederpher: benvenuto nel mio Blog.
RispondiElimina@ Affabile: è molto difficile riuscire ad avere una giusta opinione delle cose perchè non conosciamo tutto. Quello che so è che questi uomini vanno in missione perchè credono in quello che viene loro chiesto. Qualcuno ha voluto definirli guerrafondai e li disprezza perchè vengono pagati. Io penso al loro sacrificio: sanno che può costare la vita. Speriamo che ciò aiuti la pace. A presto.
@ Roberto: é sempre così. Ci sono guerre dimenticate che sono terribili. Ma come facciamo noi a soffrire per tutti? E' quasi impossibile.
RispondiElimina@ Kathe: Non so se l' odio finirà. Temo che accompagni l' uomo nel corso dei secoli: la Storia insegna. A volte mi illudo che la pace sia all' angolo e che tutti si viva in armonia.
@ Xunder: sono d' accordo con te. Ho già detto prima che non sono guerrafondai come qualcuno li vorrebbe dipengere: nessuno più di loro desidera la pace di quei luoghi.
Non dimentichiamo che in queste azioni muoiono sempre anche civili del luogo innocenti.