mercoledì 23 settembre 2009

Il congiuntivo è morto? Ma mi facci il piacere!




 Il congiuntivo è un elegante modo verbale che serve a indicare un’azione incerta, ipotizzabile, desiderata, dubbia. È per questo, probabilmente, che il suo uso è così soggettivo: c’è chi rispetta le regole grammaticali e chi no, a volte per vezzo altre per vizio, in maniera sintatticamente trasversale rispetto al livello socio-culturale del soggetto, parlante o scrivente che sia, dalla velina all’intellettuale. Non è rimasta nella storia della televisione, e di per sé neppure della lingua italiana, ma è rivelatrice di una tendenza nazional-popolare, quella volta che Manuela Arcuri - qui simbolicamente assurta a grado zero della scrittura - a un festival di Sanremo, per poter dimostrare le sue doti chiromantiche, chiese a Pippo Baudo, tenendogli al mano: «Vuoi che te la leggo?», così come non è rimasta nella storia del giornalismo, e di per sé neppure della lingua italiana, ma è ugualmente rivelatrice di una tendenza radical-chic, la volta che Eugenio Scalfari - qui ironicamente assurto a grado massimo della scrittura - su Repubblica, iniziò un editoriale con la sentenza: «Credo che Dio è un’invenzione della mente».


Di certo il congiuntivo è un’invenzione diabolica della lingua, ed è indicativo che ci passino sopra celebri penne e anonimi ignoranti. Il comune senso dell’errore. Come ha fatto notare tempo fa Filippo Facci, che non è un congiuntivo sbagliato ma un giornalista, Giuliano Ferrara una volta, sul Foglio, in venti righe piazzò dentro un «Penso che quella è stata ed è una guerra giusta», un «Penso che è una benedizione» e un «Penso che la guerra americana non ha decretato il terrorismo». Il maestro Ferrara quel giorno, platealmente, decise di abolire il congiuntivo nella lingua scritta. Recentemente un altro intellos, l’assessore alla cultura di una ridente metropoli lombarda, ha concluso la sua prima conferenza stampa con un emozionato «Vorrei che la cultura si dasse questa dimensione anagrafica», abolendolo (almeno nella sua forma corretta) anche nella lingua parlata e dimostrando che, così come il congiuntivo non è a esclusivo appannaggio delle subordinate, il suo uso scorretto non lo è dei subacculturati. Se Paolo Virzì - uno che per Ovosodo, nel 1997, scelse come protagonista un ragazzo cresciuto in un quartiere popolare di Livorno dove «basta un congiuntivo di più e sei bollato come finocchio» - nel recente Tutta la vita davanti ha messo in bocca alla splendida Sabrina Ferilli, burina quarantenne in carriera, la traballante battuta «Sabato inauguro la mia nuova casa... Vorrei che ci sei anche tu», significa che la congiunzione tra persona ignorante ed errore grammaticale è solo un luogo comune, e come tale falso.


Come è falso il luogo comune che dà ormai per morto il congiuntivo, ammazzato dalla televisione, dai nuovi media, dall’analfabetismo di ritorno, da Aldo Biscardi e dal suo emulo Marco Mazzocchi che si dà molto da fare «Ma credo che non ce la fa», i quali giornalisti, comunque, svettano come docenti di Filologia romanza rispetto a quel tale ministro della Pubblica istruzione che, anni fa, al Tg2 dichiarò «Vorrei che ne parliamo» e poi, a un giornale che gliene chiedeva conto, puntualizzò: «Non è colpa mia se la prima persona plurale dell’indicativo e del congiuntivo presente sono uguali: parliamo». E parliamone, basta che vi decidete.


Luigi Mascheroni

http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=384616&LINK=MB_T


Ho postato questo articolo che mi è parso interessante, anche se un pò lungo. Ogni tanto, da qualche anno a questa parte, si parla di "morte" del Congiuntivo. E' vero che la maggior parte delle persone, acculturate o no, non se ne serve quasi più nella lingua parlata.
Io però al congiuntivo sono affezionata e la sua assenza nel linguaggio la posso perdonare solo a Totò.

Riporto una specie di "poesia" che ho scritto tempo fa quando in TV si parlò dell' uso del congiuntivo da parte dei giovani.

        CONGIUNTIVI

 


 

“La gioventù rifiuta i congiuntivi.”


Qualcuno ha detto: -Sono vecchi-


Dopo averli tanto usati,


anche i verbi se ne vanno,


spazzati via, ormai secchi.


 


I sostantivi bastano.


Concessi articoli e aggettivi,


 qualche preposizione


ad evitar che insorga


un po’ di confusione.


 


Cambia il modo di fare,


di scrivere, comunicare.


I sentimenti restano


uguali come sempre.


I ragazzi amano, soffrono,


ridono allegramente.


 


A me ora che resta?


L’uso del congiuntivo,


la frase ben forbita,


il cuore un poco a pezzi,


 


l’amore per la vita.




 

 

12 commenti:

  1. Molto interessante.

    Io ho fatto la 5^ elementare e non so molta grammatica, ma almeno dai giornalisti ci si apetterebbe che la usassero in modo giusto.


    Paola per il fatto delle scuse che mi hai fatto perchè non sei potuta passare, non dirlo nemmeno per scherzo, non è un obbligo....ne abbiamo già tanti.......

    Bacioni Lucia.

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  2. congiungfersi è importante nella vita, l'ho senpre detto jo

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  3. Anch'io sono affezionata al congiuntivo e spero proprio che non muoia, sarebbe veramente una grande perdita!

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  4. Beppe Severgnini dice che il congiuntivo è "sexy". E' vero, è simpatico e rende più elevato il discorso però però..non è che in certi ambienti si..."abusi" della sua importanza? E che poi alla lunga vince sempre il parlato? E' un dubbio il mio eh!

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  5. Hai ragione Paola, io non sarò acculturata, ma se sento certi strafalcioni mi si rizzano i capelli in testa. Ma possibile che non se ne accorgano, magari si tratta di gente che ha studiato anche più di me , che vergogna, oltretutto la lingua italiana (corretta) è la più bella e dolce del mondo, non trovi?

    Ciao buoba notte

    Nadia

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  6. CIAO CARA AMICA MIA :>) GRAZIE DEI TUOI COMMENTI E DEGLI AUGURI SEI UNA DONNA GENTILE :>) E RIGUARDO AL TUO POST TROPPO BELLa QUELLA SCENA NON LA DIMENTICHERO' MAIi :>) TI LASCIO UN BACIO SMACK :>) E TI AUGURO UNA BUONA GIORNATA :>) OLIVE DOLCI.

    :-)

    L'ESPLORATORE

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  7. Che vuoi, cara Paola? Il congiuntivo, oltre che dare correttezza alla nostra bella lingua. le conferisce una particolare ed ulteriore eleganza. Ma c'è ancora qualcuno in questo mondo a cui importi qualcosa dell'eleganza, dello stile, della classe, che non siano soltanto abiti firmati o auto potenti? Tornerà il congiuntivo? Io continuo ad utilizzarlo e, se, nella concitazione di un discorso, mi sbaglio, me ne accorgo immediatamente perché è come una nota fuori stonata in un pezzo musicale. Un caro saluto, Aldo

    PS. Molto carina la tua poesiola sulla lingua. Ho apprezzato anche " un po' " correttamente con l'apostrofo e non con l'accento. Ma il discorso sarebbe lungo.

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  8. Sull'uso o mancato uso del congiuntivo ti dò ragione.Che dire allora di colti giornalisti che quotidianamente evacuano le persone e non gli edifici.Oltretutto anche comicità involontaria.Ciao

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  9. A TUTTI VOI CARI AMICI: ieri sera mi è successa una cosa molto strana. Ho impiegato un' ora di orologio a rispondere ad ogni vostro commento in modo particolare. Era uscita una bellissima finestra per i commenti nella qual potevo scegliere i caratteri e i colori. Ho inviato il commento, ma, con mia amara sorpresa, non è comparso nulla. Ho aspettato fino a oggi e ho constatato che non c' è nulla.

    Ora non mi resta che chiedervi scusa. Forse qualcuno di voi sa spiegarmi.

    Grazie delle vostre visite. Paola

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  10. Vany: grazie e b uon fine settembre a te. Paola

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  11. Messo fuori uso, il congiuntivo verrebbe reinventato identico a come lo è nella nostra attuale grammatica, in quanto esso ci consente di intendere, pesare e misurare il nostro dire.

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  12. @ ELVIRA: grazie. Buona domenica a te.


    @ FRITTATA: Sono contenta di ritrovarti! Le tue parole esprimono esattamente il significato del congiuntivo: pesare e misurare il nostro dire, togliendogli l' assoluta certezza, non sempre giusta. Buona domenica.

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