domenica 30 marzo 2008

Improvviso gelo


Magnolia a me cara,
albero amico,
una mia poesia
ti ho dedicato
quando in autunno
le sparse tue foglie
in terra ho raccolto.

Pensavo in cuor mio
alla bellezza,
dei molti tuoi fiori,
al roseo tappeto
che avrei calpestato.

L' inverno è venuto,
tu stanca dormivi
ed io attendevo
con ansia il risveglio.

Il sole di Marzo
ha dischiuso i tuoi bocci
e timidamente han preso
colore: pallido rosa,
promessa di fiori.

Ma un freddo mattino,
spazzato dal vento,
una brutta sorpresa
ha gelato il mio cuore:
immobile stavi,
scuri i tuoi bocci:
parevi guardarmi
e chiedermi scusa
del dono mancato.

Non essere triste:
i tuoi fiori marroni,
bruciati dal gelo,
presto cadranno.

Un verde chiaro
già vedo spuntare:
fragili foglie
a farmi capire
che sulla morte
la vita prevale.

sabato 22 marzo 2008

E' RISORTO! (da luke76.splinder.com)

risurrezione
 Vorrei che potessimo liberarci dai macigni che ci opprimono, ogni giorno: Pasqua è la festa dei macigni rotolati. E' la festa del terremoto.

La mattina di Pasqua le donne, giunte nell'orto, videro il macigno rimosso dal sepolcro.

Ognuno di noi ha il suo macigno. Una pietra enorme messa all'imboccatura dell'anima che non lascia filtrare l'ossigeno, che opprime in una morsa di gelo; che blocca ogni lama di luce, che impedisce la comunicazione con l'altro. E' il macigno della solitudine, della miseria, della malattia, dell'odio, della disperazione del peccato.

Siamo tombe alienate. Ognuno con il suo sigillo di morte. Pasqua allora, sia per tutti il rotolare del macigno, la fine degli incubi, l'inizio della luce, la primavera di rapporti nuovi e se ognuno di noi, uscito dal suo sepolcro, si adopererà per rimuovere il macigno del sepolcro accanto, si ripeterà finalmente il miracolo che contrassegnò la resurrezione di Cristo.

Don Tonino Bello

 

venerdì 21 marzo 2008

Venerdì Santo


Gesù sapendo che
ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: «Ho sete». Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: «È compiuto!». E, chinato il capo, consegnò lo spirito.

mercoledì 19 marzo 2008

Luce

Luce"Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino"

Settimana Santa

Perchè adoriamo un Cristo crocifisso?

Coloro, poi, che ci insultano perchè adoriamo un Signore crocifisso, quanto più si ritengono sapienti tanto più irrimediabilmente e disperatamente sono insipienti. Non capiscono affatto quel che noi crediamo o diciamo. Poichè non affermiamo che in Cristo è morto ciò che era Dio, bensì quel che era uomo.

Infatti se un uomo qualsiasi muore, ciò in cui è essenzialmente uomo, ovvero quel che lo distingue dalla bestia, il fatto d’avere l’intelligenza, il fatto di discernere l’umano e il divino, il temporale e l’eterno, il vero e il falso, cioè la sua anima razionale, questa non patisce la morte con il proprio corpo, ma alla sua morte lo abbandona da viva e, nondimeno, si dice: è morto un uomo.

Così pure, quando è morto Cristo, non è morta la sua divinità presente nell’uomo Gesù. Gloriamoci dunque anche noi nella croce del Signore nostro Gesù Cristo.



Agostino d’Ippona, Sermone 218/C,3-4

martedì 18 marzo 2008

A Giovanna

Ad una amica d' infanzia che troppo presto mi ha lasciata. Era una persona speciale, con un coraggio e una forza contagiosi. La diversità di temperamento ci univa. Il suo realismo mi aiutava a stare con i piedi per terra. Mi diceva che le montagne non sono blu, come io le vedevo.

                             GIOVANNA

 Due bimbe felici.
Tu alta, io piccola.
Tu mangi, io no.
Tu allegra, io ombrosa:
amiche però.


 Sulla tua bicicletta
voliamo in discesa..
io tremo, tu no.
“ Fifona” mi dici;
è vero, lo so.


 Con piglio sicuro
affronti ogni cosa.
Di nulla hai paura;
sorriso, bontà.
La forza tua grande
trasmetti all’amica.


 Ti ammiro, ti stimo,
sei un mito per me.
Vorrei ogni giorno
esser sempre con te.


 La vita divide…riunisce… allontana.
Ci lega la gioia, il dolore, la morte…
la morte di un figlio….
Poi ci separa
la morte di te…


 Ti sento vicina,
mi aiuti, lo so.
Non son più la bimba
con tanta paura…
La vita, il dolore
han donato


 la forza e il coraggio

anche a me.

venerdì 14 marzo 2008

Un' altra pillola per lo spirito

Ho ricevuto stamattina questa pillola spirituale che non posso non condividere. Ci stiamo avvicinando a grandi passi alla Pasqua e anche la natura ci fa sentire i segni della risurrezione e della vita. E' ancora Tagore che ci parla con il suo linguaggio universale.


Molte volte ho bussato



Molte volte ho bussato alla tua porta,
ho mendicato la tua ricchezza,
ho chiesto con leggerezza,
ho domandato di più, ancora di più.
La tua carità
mi ha sempre riempito la mano,
mi ha donato,
ora con gesto misurato,
ora con grande prodigalità.
Dei molti tuoi doni, Signore,
alcuni li ho perduti per strada,
altri mi pesano sul cuore,
con altri ho fatto inutili balocchi.
Ora sono mucchio i tuoi doni,
montagna i loro rottami;
non mi permettono più di vederti
e mi sento più solo di prima.
Ti prego, Signore:
riprenditi tutto,
spazza via tutto quanto,
frantuma la mia ciotola da mendicante.
Prendimi, mio Dio, la mano vuota,
strappami dal mucchio enorme dei tuoi doni,
sollevami nudo davanti al tuo amore
di re che non porta corona.


RABINDRANATH TAGORE

mercoledì 12 marzo 2008

12 Michelangelo Pieta



Foto pubblicata da Censorina

lunedì 10 marzo 2008

Pillola per lo spirito

Mio Signore



Lascia che io mi sieda

per un momento al tuo fianco;

finirò più tardi

il lavoro che mi attende.



Lontano dal tuo sguardo,

io subito mi stanco;

il mio lavoro è pena

e mi sento perduto.



Con te trovo la vita,

i suoi sussurri e sospiri,

ho mille menestrelli



alla corte del tuo amore.





Lascia che io mi sieda

a faccia a faccia;

voglio cantare la gioia

d'appartenere a te.

RABINDRANATH TAGORE

lunedì 3 marzo 2008

Donne del Marocco

deserto01BIn questi ultimi tempi sto conoscendo alcune donne del Marocco alle quali insegno l' Italiano per conto di una organizzazione di volontariato.

Sono giovani, con bambini piccoli, desiderose di farsi capire nella nostra lingua, di comprendere i compiti dei figli, di capire cosa dice loro il dottore.
Sono donne allegre, che mi mostrano tanta gratitudine; a volte soffrono per i genitori lontani, ma non mi hanno dato l' impressione di persone frustrate. Hanno una grande cura della loro persona; indossano bellissimi vestiti lunghi con veli in tinta e spille che ne fermano le pieghe.Alcune sono bellissime nella loro riservatezza.
A volte mi chiedo se le nostre giovani donne, con il corpo in mostra anche quando sono vestite, non abbiano qualcosa da imparare e se siano veramente così felici di una libertà talvolta sfrenata che non consente loro di comprendere la bellezza e la gioia del sacrificio.

Donne del Marocco



In questi ultimi tempi sto conoscendo alcune donne del Marocco alle quali insegno l' Italiano per conto di una organizzazione di volontariato.
Sono giovani, con bambini piccoli, desiderose di farsi capire nella nostra lingua, di comprendere i compiti dei figli, di capire cosa dice loro il dottore.
Sono donne allegre, che mi mostrano tanta gratitudine; a volte soffrono per i genitori lontani, ma non mi hanno dato l' impressione di persone frustrate. Hanno una grande cura della loro persona; indossano bellissimi vestiti lunghi con veli in tinta e spille che ne fermano le pieghe.Alcune sono bellissime nella loro riservatezza.
A volte mi chiedo se le nostre giovani donne, con il corpo in mostra anche quando sono vestite, non abbiano qualcosa da imparare e se siano veramente così felici di una libertà talvolta sfrenata che non consente loro di comprendere la bellezza e la gioia del sacrificio

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