sabato 28 novembre 2009

1a Domenica di Avvento

SALMO 24


A te, Signore, innalzo l’anima mia, in te confido.

Fammi conoscere, Signore, le tue vie,
insegnami i tuoi sentieri.
Guidami nella tua fedeltà e istruiscimi,
perché sei tu il Dio della mia salvezza.

Buono e retto è il Signore,
indica ai peccatori la via giusta;
guida gli umili secondo giustizia,
insegna ai poveri la sua via.

Tutti i sentieri del Signore sono amore e fedeltà
per chi custodisce la sua alleanza e i suoi precetti.
Il Signore si confida con chi lo teme:
gli fa conoscere la sua alleanza.


mercoledì 25 novembre 2009

Giuseppe Moscati: l' amore che guarisce




Ieri sera per la seconda volta ho visto il bellissimo film-tv
  che ripercorre la vita di San Giuseppe Moscati, il medico di Napoli canonizzato da Giovanni Paolo II che dedicò tutta la sua breve vita (46 anni) alla Medicina e alla cura dei malati più bisognosi.
Già conoscevo qualcosa della vita di questo medico, soprattutto il fatto che, anzichè farsi pagare dai malati (a quel tempo non c' era la mutua) dava loro i soldi per l' acquisto delle medicine e del necessario per sfamarsi.
ll protagonista del film è Beppe Fiorello. Giustamente è stato affermato che Fiorello non ha interpretato  Moscati, ma lo è stato lui stesso: nessuno sarebbe potuto essere più convincente.

Molto interessante anche l' ambientazione del film, nella Napoli degli anni venti, nei salotti-bene, nell' Ospedale degli Incurabili, nei quartieri spagnoli. Figure caratteristiche dei luoghi rendono il film di una realtà impressionante.
La bontà d' animo vi aleggia per tutto il tempo e lascia nel cuore un grande senso di pace e riconciliazione con la vita.

Ho letto qui la sua biografia molto interessante che vi propongo
:


www.scuolamedicasalernitana.it/medicina_e_fede/s_giuseppe_moscati.htm

                       
 Giuseppe Moscati                                                 
  studente universitario                                                            


domenica 22 novembre 2009

Colazione

Di domenica ce la possiamo permettere. Buona giornata a voi cari amici.



venerdì 13 novembre 2009

Pillola per lo Spirito




Non andare via, Signore


Quando trovi chiusa
la porta del mio cuore,
abbattila ed entra:
non andare via, Signore.

Quando le corde della mia chitarra
dimenticano il tuo nome,
ti prego, aspetta:
non andare via, Signore.

Quando il tuo richiamo
non rompe il mio torpore,
folgorami con il tuo dolore:
non andare via, Signore.

Quando faccio sedere altri
sul tuo trono,
o re della mia vita:
non andare via, Signore.



RABINDRANATH TAGORE

venerdì 6 novembre 2009

Olimpia

Porta di OlympiaDSC01941

La prima tappa del mio viaggio
alle isole greche, e l' unica alla terraferma, è stata ad Olimpia,
a pochi chilometri da Katakolon, paesino di pescatori nel Peloponneso
  che vive anche di turismo giornaliero dal momento che vi attraccano le navi da crociera per alcune ore, giusto il tempo di visitare il sito archeologico e di fare acquisti nei negozietti invitanti, ricchi di ceramiche, pizzi, gioielli: manufatti in oro dallo stile inconfondibile. C'è stato anche il tempo per un piccolo assaggio della cucina greca.DSC01947 Non è mai stata una città vera e propria, ma piuttosto un luogo sacro e nobile in cui si celebrava la potenza, si offriva il valore umano agli dei, si idealizzavano la forza fisica e la bellezza. Questa era Olimpia, antica città greca conosciuta in ogni luogo e in ogni tempo per aver dato vita alle famose Olimpiadi, i giochi in onore di Zeus. Incastonata lungo la valle del fiume Alfeo, nella parte nord-occidentale dell’attuale Peloponneso, Olimpia era come un santuario, una città a tema costellata di templi, teatri, monumenti celebrativi e statue, ma anche la sede degli alloggi per gli atleti nel periodo delle competizioni sportive.
Oggi è un parco archeologico affascinante, dalla bellezza decadente, malinconica e grandiosa allo stesso tempo, meta obbligata per i turisti che
visitano il Peloponneso.
DSC01967
DSC01968DSC01950DSC01946

giovedì 5 novembre 2009

Allora aboliamo calendari, affreschi e domeniche




Ho apprezzato i vostri commenti al post precedente e vi ringrazio. Leggendo il Giornale stamattina ho trovato  troppo bello questo articolo di Andrea Tornielli che pongo alla vostra attenzione, se vi va di leggerlo. Speriamo che, con tutto questo gran parlare, qualcuno si ricordi che il Cristo crocifisso è Colui che è morto in croce per la salvezza di tutti e Gli rivolga un grazie e una preghiera.

Caro Direttore,
la sentenza della Corte di Strasburgo mi ha finalmente aperto gli occhi. L’Italia deve svegliarsi dal suo medioevale torpore e imparare dalle avanguardie europee. Diciamola tutta: è l’ora di finirla con quest’Italietta cattolica, con questo Paese di campanili, con il frusciar di tonache pretesche e d’ingerenze cardinalizie a ogni piè sospinto.
Finalmente c’è un giudice a Berlino che riconosce l’inaudita violenza alla quale sono stati sottoposti fin dalla fondazione dello Stato unitario generazioni di studenti, costretti a incrociare con lo sguardo svogliato, quei due pezzi di legno inchiodati al muro. È ora di liberarsi da questi fardelli del passato, la cristianità è tramontata, la Repubblica è laica, i cristiani tengano i crocifissi in casa o in chiesa, non pretendano di imporli a scuola e negli uffici in pubblici né tantomeno nelle aule di giustizia dove vengono giudicati i poveri cristi.
La battaglia per la libertà dal giogo della religione è però appena cominciata. Questo è soltanto un primo, timido ma necessario passo. Te ne suggerisco qualche altro. Non basterà abolire, come tu stesso hai ricordato, il simbolo della Croce Rossa su fondo bianco, ormai tradizionale emblema delle istituzioni ospedaliere. Bisognerà porre la questione ormai irrinunciabile, del computo del tempo. Ti pare corretto che io, laico, sia costretto per un’assurda convenzione d’antan a calcolare gli anni dalla data nascita di un ebreo marginale e irrilevante, venuto al mondo in un villaggio agli estremi confini dell’Impero romano? Ti pare giusto che io debba riferirmi a quella nascita ogni qual volta spedisco un’email, scrivo una lettera, pianifico una vacanza o leggo un giornale? Sopruso insopportabile: son costretto a riferirmi a Gesù ogni santo giorno e più volte al giorno. L’Europa dovrebbe studiare un calendario veramente laico e condiviso, che faccia piazza pulita di queste convenzioni religiose di parte. Si potrebbe ricominciare a contare gli anni dalla fondazione di Roma (ma i laziali saranno d’accordo?) o meglio inventare una data di partenza ex novo.
E poi, vogliamo parlare della domenica? Si continua a chiamarla così, vale a dire dies Domini, giorno del Signore, e sono costretti a festeggiarla tutti, anche i non credenti, quando è risaputo che in questo giorno si ricorda la resurrezione del suddetto ebreo marginale nato in Giudea un paio di millenni fa. Perché favorire quei cattolici (sempre meno), che usano di quel giorno per le loro pratiche religiose di precetto? Noi laici dovremmo ribellarci, e chiedere all’Europa di istituire il fine settimana il martedì (non il mercoledì, sennò favoriamo quelli che vanno all’udienza del Papa)
(segue)

www.ilgiornale.it/interni/allora_aboliamo_calendari_affreschi_e_domeniche/05-11-2009/articolo-id=396504-page=0-comments=1

martedì 3 novembre 2009

L' Europa e il crocifisso negato.




Altro che richiamo alle radici cristiane dell’Europa, prima di tutto bisogna togliere, cancellare, il crocifisso dalle classi. E’ la Corte europea dei diritti dell’uomo a stabilirlo. Per sentenza. Sembra di ricordare quel “volete Gesù o Barabba?”… “Laicamente” la Corte ha deciso che la presenza dei crocefissi nelle aule scolastiche è “una violazione dei genitori ad educare i figli secondo le loro convinzioni” ed è anche una violazione alla “libertà di religione degli alunni”. Il caso è stato portato davanti alla Corte di Strasburgo da Soile Lautsi, cittadina italiana originaria della Finlandia, che nel 2002 aveva chiestoall’istituto statale “Vittorino da Feltre” di Abano Terme (Padova), frequentato dai suoi due figli, di togliere i crocefissi dalle aule.  A nulla, in precedenza, erano valsi i suoi ricorsi davanti ai tribunali in Italia. Ora i giudici di Strasburgo le hanno dato ragione.

Cito papa Giovanni Paolo II: “Chiesa ed Europa sono due realtà intimamente correlate nella loro essenza e nel loro destino… Dobbiamo riaffermare che il Vangelo è ancora un riferimento fondamentale per l’intero Continente”. E ancora: “L’unità dei popoli europei, se vuol essere duratura, non può però essere solo economica e politica. Come ebbi a ricordare nel mio pellegrinaggio a Campostella, nel novembre del 1982, l’anima dell’Europa resta anche oggi unita, perché fa riferimento a comuni valori umani e cristiani. La storia della formazione delle Nazioni europee cammina di pari passo con l’evangelizzazione. Pertanto, nonostante le crisi spirituali che hanno segnato la vita del Continente sino ai nostri giorni, la sua identità sarebbe incomprensibile senza il Cristianesimo”.


Cito papa Benedetto XVI: “‘L’Europa  sarà realmente sé stessa solo sapendo conservare l’originalità che ha costruito la sua grandezza e che è in grado di fare di essa, domani, uno degli attori maggiori nella promozione dello sviluppo integrale delle persone che la Chiesa cattolica considera come l’unica via capace di rimediare agli squilibri presenti nel mondo”. Se viene meno il riferimento all’eredità cristiana europea, c’è il rischio che i valori fondanti della tradizione europea possano essere strumentalizzati da individui o gruppi di pressione desiderosi di far valere degli interessi particolari a svantaggio di un progetto collettivo” che ha come obiettivo principale ”la cura del bene comune degli abitanti del continente”.


Il Cristo morto in croce, il simbolo della tolleranza e del perdono “viola la libertà di religione degli alunni”,  è una minaccia alla libertà dei genitori nelle scelte educative. Un simbolo da cancellare nelle scuole. Semplicemente. Ormai si va oltre il relativismo e si pensa di imporre dall’alto delle sentenze la laicizzazione dello Stato in nome di un multiculturalismo fintamente democratico come se l’identità dei popoli fosse un “incidente della storia”.
Voi che cosa ne pensate?

blog.ilgiornale.it/taliani

domenica 1 novembre 2009

Visita al camposanto




Giornata uggiosa  questo 1° Novembre, triste fin dal primo mattino; foglie ormai secche in terra, aria umida, cielo grigio in sintonia con il pensiero che va, soprattutto in questi giorni, a chi ci ha lasciato.
Il mio cuore però non è triste. Come mi succede molte volte in questa giornata mi sembra che sia tutta una festa.
Al Cimitero un via vai inusuale, gente vicino alle tombe fiorite oltre ogni limite: alcune con fiori veramente belli, a volte mai visti.
Mi sembra che tutti quei visi nelle lapidi, che nei giorni normali durante l' anno osservo con tristezza, si animino all' improvviso manifestando la loro gioia per la compagnia, i fiori e le luci di questa giornata.
Forse è soltanto la mia fantasia che mi inganna: sono abituata alle visite solitarie al cimitero, dove raramente incontro qualcuno, i fiori sono per lo più di stoffa o plastica e pochi i lumini accesi.
Anche i miei defunti oggi mi sembrano diversi. Ecco la mia mamma che, pur sorridendo, mi rimprovera per i troppi fiori e perchè, come al solito, sono in ritardo: è già arrivato il prete e tu non eri ancora qui. Il mio papà non dice nulla: per lui va sempre bene, basta che mi veda arrivare. I miei suoceri, come sempre, hanno il volto serio: ma perchè abbiamo messo quelle foto? Lo hanno voluto loro; forse però era meglio una istantanea di quando erano al mare, sia pure un pò giovani.
Purtroppo, un pò più in alto, c'è qualcuno che ha sempre il sorriso, è sempre lo stesso, ma non per me.
Oggi è un sorriso triste, velato..forse sono i miei occhi. " Va' a casa mamma che incomincia a fare freddo".
E' vero: il cimitero si sta svuotando, l' aria è sempre più umida; i fiori sono a posto, i lumini accesi.
Mi avvio con passo svelto: a casa c' è qualcuno che mi aspetta per fare il compito di matematica. Grazie, Signore.

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...