lunedì 31 maggio 2010

«Nigra sum», devozione europea



Un millenario manto di devozione ha avvolto l’icona della Vergine col Bambino. Fino a farla splendere di una bruna bellezza: Nigra sum, sed formosa scandisce il Cantico dei cantici. Così sono nate le Madonne Nere che a centinaia costellano l’Europa guidando, nel corso dei secoli, la vita dei fedeli e il destino dei popoli.

Si è svolto fra il 20 e il 22 maggio a Oropa e a Crea, in Piemonte, un convegno internazionale su «Culti, santuari e immagini delle Madonne Nere d’Europa» con studiosi e rettori di santuari da tutto il continente. Un’occasione preziosa per ricostruire l’origine e le dinamiche di una storia complessa nei suoi aspetti devozionali e teologici, ma anche artistici, culturali, antropologici, e per offrire un primo censimento europeo on line – un work in progress che finora ha identificato 745 fra Madonne «nere» e «brune». Un’occasione, inoltre, per sgombrare il campo da alcuni luoghi comuni. Il nero è «segno di una lunga devozione» in onore «di una immagine particolarmente miracolosa e quindi amata dai devoti: niente a che vedere né con le leggende esoteriche che sono state mobilitate per spiegare questo colore, né con la ricerca di legami con divinità femminili pagane», ha scritto su L’Osservatore romano di ieri la storica Lucetta Scaraffia, fra i relatori del convegno.

«Quelle che da secoli veneriamo come Madonne Nere in origine erano, di norma, rosate. L’impatto del tempo, delle condizioni ambientali e di conservazione, assieme al flusso dei devoti, hanno portato al successivo annerimento degli incarnati», spiega ad Avvenire Amilcare Barbero, direttore del Centro di documentazione dei Sacri Monti, organizzatore del convegno assieme alla Riserva del Sacro Monte di Oropa, all’Università Cattolica e ai Santuari di Oropa e di Crea.

Il fumo delle candele e delle lampade votive, certo: «ma anche il trattamento con olio di lino o con sostanze minerali. E il fatto che spesso quei simulacri siano rimasti per lungo tempo in luoghi come grotte o piccole cappelle, prima di essere ospitati in veri e propri santuari, sottoposti dunque all’umidità, alla polvere mossa dall’afflusso dei pellegrini e così via», prosegue Barbero. Il tempo e la devozione hanno scurito le Madonne: che con quell’incarnato sono poi rimaste nella devozione, nella memoria, nell’immaginario popolare, nelle copie che hanno replicato e diffuso le immagini. (segue)



La Vergine Nera venerata ad Oropa (BI) 

giovedì 27 maggio 2010

Pillola per lo spirito - Padri della Chiesa



Una luce splende alla mia anima

Che ti amo, Signore, non ho alcun dubbio; ne sono certo.
Con la tua parola hai toccato il mio cuore, e io ho cominciato ad amarti.

Ma che cosa amo amandoti?

Non una bellezza corporea né una grazia transitoria;
non lo splendore di una luce così cara a questi miei occhi;
non dolci melodie di svariate cantilene;
non un profumo di fiori, di unguenti e di aromi;
non manna né miele; non membra invitanti ad amplessi carnali.

Amando il mio Dio, non amo queste cose.

E tuttavia nell’amare lui amo una certa luce, una voce, un profumo, un cibo e un amplesso che sono la luce, la voce, il profumo, il cibo, l’amplesso dell'uomo interiore che è in me, dove splende alla mia anima una luce che nessun fluire di secoli può portar via, dove si espande un profumo che nessuna ventata può disperdere, dove si gusta un sapore che nessuna voracità può sminuire, dove si intreccia un rapporto che nessuna sazietà può spezzare.

Tutto questo io amo quando amo il mio Dio.

Agostino d’Ippona, Le Confessioni 10,6

domenica 23 maggio 2010

Il Rosario




Benedetto XVI: in molte regioni la fede rischia di spegnersi  

Nel nostro tempo, in cui la fede in ampie regioni della terra, rischia di spegnersi come una fiamma che non viene più alimentata, la priorità al di sopra di tutte è rendere Dio presente in questo mondo ed aprire agli uomini l’accesso a Dio.[...] lasciamoci attrarre dai misteri di Cristo, i misteri del Rosario di Maria. La recita del rosario ci consente di fissare il nostro sguardo e il nostro cuore in Gesù, come faceva sua Madre, modello insuperabile della contemplazione del Figlio. 

sabato 22 maggio 2010

Salmo 103




Sono stata un po' assente in questi ultimi tempi. Vi chiedo perdono e vi propongo questo bel salmo. Domani sarà la Domenica di Pentecoste: che lo Spirito Santo illumini le nostre menti e ci aiuti nelle scelte più o meno importanti della nostra vita.


Manda il tuo Spirito, Signore, a rinnovare la  Terra

Benedici il Signore, anima mia!
Sei tanto grande, Signore, mio Dio!
Quante sono le tue opere, Signore!
Le hai fatte tutte con saggezza;
la terra è piena delle tue creature.

Togli loro il respiro: muoiono,
e ritornano nella loro polvere.
Mandi il tuo spirito, sono creati,
e rinnovi la faccia della terra.

Sia per sempre la gloria del Signore;
gioisca il Signore delle sue opere.
A lui sia gradito il mio canto,
io gioirò nel Signore.

mercoledì 5 maggio 2010

La Sindone di Torino

Sono stata ieri a Torino a visitare la Sindone e mi sono molto commossa. Propongo a voi la prima parte del video esplicativo che ho visto prima di entrare in Duomo a pregare danti alla vera Sindone. Ho portato là anche voi cari amici che abitate lontano e forse non avete potuto fare questo viaggio.

sabato 1 maggio 2010

Chiesa di maggio




Sciama con un ronzio d'ape la gente
da la chiesetta in sul colle selvaggio;
e per la sera limpida di maggio
vanno le donne a schiera, lente lente.

E passano tra l'alta erba stridente,
e pare una fiorita il lor passaggio;
le attende, a valle, tacito il villaggio
con le capanne chiuse e sonnolente.

Ma la chiesetta ancor nell'alto svaria
tra le betulle, e il tetto d'un intenso
rossor sfavilla nel silenzio alpestre.

Il rombo delle pie laudi nell'aria
palpita ancora: un lieve odor d'incenso
sperdesi tra le mente e le ginestre.


Giovanni Pascoli

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