mercoledì 30 dicembre 2009

Il primo giorno dell' anno



Il Primo Giorno dell'Anno

Lo distinguiamo dagli altri
come se fosse un cavallino
diverso da tutti i cavalli.
Gli adorniamo la fronte
con un nastro,
gli posiamo sul collo sonagli colorati,
e a mezzanotte
lo andiamo a ricevere
come se fosse
un esploratore che scende da una stella.
Come il pane assomiglia
al pane di ieri,
come un anello a tutti gli anelli...
La terra accoglierà questo giorno
dorato, grigio, celeste,
lo dispiegherà in colline
lo bagnerà con frecce
di trasparente pioggia
e poi lo avvolgerà
nell’ombra.
Eppure
piccola porta della speranza,
nuovo giorno dell’anno,
sebbene tu sia uguale agli altri
come i pani
a ogni altro pane,
ci prepariamo a viverti in altro modo,
ci prepariamo a mangiare, a fiorire,
a sperare.

Pablo Neruda

domenica 27 dicembre 2009

Pecore nere





Dal Blog di Etnego blog.libero.it/etnego/ vi riporto questo post che ho trovato molto interessante.


NEL MIO PRESEPE SOLO PECORE NERE


E' tradizione il pomeriggio di Natale, al termine del pranzo, starcene seduti davanti al camino assieme a parenti e amici a berci un ponce al latte, o una tisana digestiva, mentre il grosso ceppo di olivo  si consuma lentamente. Immancabilmente c'è sempre qualcuno che prima o poi mi chiede il motivo della insolita presenza di sole  pecore nere nel mio Presepe. E ogni volta devo tornare a spiegarlo.  
Procediamo con calma. Sappiamo che studiosi atei e razionalisti hanno sempre cercato di desacralizzare la solennità del Natale per ridurla a una favoletta per bambini inventata dalla Chiesa che avrebbe sostituito la  festa pagana del "Sol invictus", con quella della nascita di Gesù.
La scoperta casuale di un rotolo a Qumram sul Mar Morto con l'elenco delle classi sacerdotali  li ha coperti di vergogna. I soliti sapienti allora si sono appigliati "alle pecore"  sostenendo che la data del 25 dicembre non regge perché a Betlemme , situata a quasi 800 mt.  di altezza, nelle notti di dicembre la temperatura è rigida e scende spesso sotto lo zero, e quindi  i pastori non potevano stare di guardia  alle greggi che logicamente  dovevano dormire negli ovili.
Sappiamo che Dio si diverte a confonde la superbia dei colti e degli increduli, e   per dimostrare che la Chiesa basa le proprie tradizioni su verità storiche,  si è servito delle "pecore". 
Infatti chiunque conosca anche superficialmente le usanze ebraiche, sa  che i giudei distinguevano tre tipi di greggi: il primo, composto da sole pecore dalla lana bianca, considerate pure, potevano rientrare dopo il pascolo nell’ovile dentro l' abitato. Un secondo gruppo era  formato da pecore con lana in parte bianca, in parte nera che  potevano entrare a sera nell’ovile, posto fuori del villaggio. Un terzo gruppo, infine, era formato da pecore completamente nere. Queste bestie, ritenute impure, non potevano entrare né in paese, né nell’ovile, ed erano costrette a permanere all’aperto  giorno e notte, inverno e estate. 
Dunque  in quella Santa notte le greggi  di Betlemme appartenevano al gruppo formato da sole pecore nere e se ne stavano all'aperto coi loro guardiani.  E ai pastori  apparve l'Angelo annunziante la nascita del Salvatore. E non è un caso! A ben guardare,  Gesù non è venuto forse per salvare proprio le "pecore nere",  ossia gli emarginati, i poveri, i peccatori, i derelitti? E  guarda caso, le pecore nere, sono state le prime ad accorrere alla grotta! Quindi tutto coincide, come sempre!
Ecco il perché delle pecore nere nel mio Presepe.  Vabbé! Buon proseguimento di feste!
 

venerdì 25 dicembre 2009

E' nato.



Il Bambino Gesù esposto nella Chiesa della Natività di Betlemme

mercoledì 23 dicembre 2009

IL NATALE


Vi propongo una riflessione del mio Parroco sul Natale che ormai è qui.


Ha il suo supremo teorema nel prologo del Vangelo di Giovanni (1,1.14):
"In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio
...E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi, e noi abbiamo contemplato la sua gloria".
Il vero Natale è tutto qui. E' essenzialmente un'iniziativa di Dio. Il Figlio di Dio, che era presso Dio, dove stava benissimo, pur senza lasciare Dio che è Lui, viene a incapsularsi nella nostra impalcatura di ossa, di budella, di ciccia e di tutto il resto. Se si è preso questa briga, vuol dire che per Lui contiamo qualcosa. Il tempo da Natale all' Epifania
non è sufficiente a meditare il fatto.
Meno ancora lo è a motivo di tutti i fronzoli di cui lo abbiamo addobbato: cene, cenoni, capponi e panettoni; luminarie, treni merci di regali e carabattole; Babbi Natali e Befane. Il Natale che una volta era celebrato il chiesa, oggi si celebra ai supermercati. Le renne di Babbo Natale lavorano di più dei cammelli dei Magi.
E' comunque una gran tristezza che il Natale, mirato su una divina povertà, sia divenuto il festival dello sperpero dissennato. Il guaio è che non si sa come emendarlo.
Diventiamo schiavi delle nostre abitudini e usanze: anche delle più insulse.
per ricuperare il senso del Natale occorre, in preliminare, ricuperare il senso di Dio. Chi si ricorda ancora che esiste?

sabato 19 dicembre 2009

Il segreto della vera gioia


«Il presepio è una scuola di vita, dove possiamo imparare il segreto della vera gioia. Questa non consiste nell’avere tante cose, ma nel sentirsi amati dal Signore, nel farsi dono per gli altri e nel volersi bene» (Benedetto XVI).


 



Abbiamo, forse, bisogno di riscoprire la forza di questo messaggio: “sentirsi amati dal Signore”. Ne abbiamo bisogno più di qualsiasi altra verità. Se sono amato la mia esistenza è diversa, tutto cambia, posso superare tante difficoltà della vita se so di essere amato, se comprendo fino in  fondo oppure se riesco solo ad intuire di essere il motivo principale dell’amore di Dio che lo spinge a venirmi incontro con la sua Incarnazione.




 




La gioia di Cristo entri nelle nostre case e in ogni cuore umano… due dimore (la casa e soprattutto il cuore) dove Dio desidera entrare.

dal Blog di Cogitor    cogitor.splinder.com/

giovedì 17 dicembre 2009

"Bravo" addio

Ho cambiato l' automobile. Aveva 12 anni poverina, ma pochi Km. Quando si è vecchi, però, si è vecchi anche se non si è camminato molto. Per me era ancora molto bella, ma nessuno l'ha voluta. Ora è partita per la Bulgaria insieme ad altre coetanee. Mi sono voltata indietro a guardarla e mi è sembrato di averla tradita. Ho provato un pò di malinconia.




sabato 12 dicembre 2009

venerdì 11 dicembre 2009

In cammino senza paura






“Andiamo fino a Betlemme, come i pastori.

L' i
mportante è muoversi.
E se invece di un Dio glorioso,
ci imbattiamo nella fragilità di un bambino,
non ci venga il dubbio di aver sbagliato il percorso.
Il volto spaurito degli oppressi,
la solitudine degli infelici,
l'amarezza di tutti gli uomini della Terra,
sono il luogo dove Egli continua
a vivere in clandestinità.
A noi il compito di cercarlo.
Mettiamoci in cammino senza paura”.

Don Tonino Bello   (dal Blog cogitor.splinder.com/
)

mercoledì 9 dicembre 2009

Il Signore è vicino




Il Signore è vicino!

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippési

Fratelli, siate sempre lieti nel Signore, ve lo ripeto: siate lieti. La vostra amabilità sia nota a tutti. Il Signore è vicino!
Non angustiatevi per nulla, ma in ogni circostanza fate presenti a Dio le vostre richieste con preghiere, suppliche e ringraziamenti.
E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e le vostre menti in Cristo Gesù.

venerdì 4 dicembre 2009

8 Dicembre: Immacolata



Bartolomè Esteban Murillo

Canto al Vangelo  Cfr. Lc 1,28
Alleluia, alleluia.

Rallègrati, piena di grazia,
il Signore è con te,
benedetta tu fra le donne.

Alleluia.

mercoledì 2 dicembre 2009

sabato 28 novembre 2009

1a Domenica di Avvento

SALMO 24


A te, Signore, innalzo l’anima mia, in te confido.

Fammi conoscere, Signore, le tue vie,
insegnami i tuoi sentieri.
Guidami nella tua fedeltà e istruiscimi,
perché sei tu il Dio della mia salvezza.

Buono e retto è il Signore,
indica ai peccatori la via giusta;
guida gli umili secondo giustizia,
insegna ai poveri la sua via.

Tutti i sentieri del Signore sono amore e fedeltà
per chi custodisce la sua alleanza e i suoi precetti.
Il Signore si confida con chi lo teme:
gli fa conoscere la sua alleanza.


mercoledì 25 novembre 2009

Giuseppe Moscati: l' amore che guarisce




Ieri sera per la seconda volta ho visto il bellissimo film-tv
  che ripercorre la vita di San Giuseppe Moscati, il medico di Napoli canonizzato da Giovanni Paolo II che dedicò tutta la sua breve vita (46 anni) alla Medicina e alla cura dei malati più bisognosi.
Già conoscevo qualcosa della vita di questo medico, soprattutto il fatto che, anzichè farsi pagare dai malati (a quel tempo non c' era la mutua) dava loro i soldi per l' acquisto delle medicine e del necessario per sfamarsi.
ll protagonista del film è Beppe Fiorello. Giustamente è stato affermato che Fiorello non ha interpretato  Moscati, ma lo è stato lui stesso: nessuno sarebbe potuto essere più convincente.

Molto interessante anche l' ambientazione del film, nella Napoli degli anni venti, nei salotti-bene, nell' Ospedale degli Incurabili, nei quartieri spagnoli. Figure caratteristiche dei luoghi rendono il film di una realtà impressionante.
La bontà d' animo vi aleggia per tutto il tempo e lascia nel cuore un grande senso di pace e riconciliazione con la vita.

Ho letto qui la sua biografia molto interessante che vi propongo
:


www.scuolamedicasalernitana.it/medicina_e_fede/s_giuseppe_moscati.htm

                       
 Giuseppe Moscati                                                 
  studente universitario                                                            


domenica 22 novembre 2009

Colazione

Di domenica ce la possiamo permettere. Buona giornata a voi cari amici.



venerdì 13 novembre 2009

Pillola per lo Spirito




Non andare via, Signore


Quando trovi chiusa
la porta del mio cuore,
abbattila ed entra:
non andare via, Signore.

Quando le corde della mia chitarra
dimenticano il tuo nome,
ti prego, aspetta:
non andare via, Signore.

Quando il tuo richiamo
non rompe il mio torpore,
folgorami con il tuo dolore:
non andare via, Signore.

Quando faccio sedere altri
sul tuo trono,
o re della mia vita:
non andare via, Signore.



RABINDRANATH TAGORE

venerdì 6 novembre 2009

Olimpia

Porta di OlympiaDSC01941

La prima tappa del mio viaggio
alle isole greche, e l' unica alla terraferma, è stata ad Olimpia,
a pochi chilometri da Katakolon, paesino di pescatori nel Peloponneso
  che vive anche di turismo giornaliero dal momento che vi attraccano le navi da crociera per alcune ore, giusto il tempo di visitare il sito archeologico e di fare acquisti nei negozietti invitanti, ricchi di ceramiche, pizzi, gioielli: manufatti in oro dallo stile inconfondibile. C'è stato anche il tempo per un piccolo assaggio della cucina greca.DSC01947 Non è mai stata una città vera e propria, ma piuttosto un luogo sacro e nobile in cui si celebrava la potenza, si offriva il valore umano agli dei, si idealizzavano la forza fisica e la bellezza. Questa era Olimpia, antica città greca conosciuta in ogni luogo e in ogni tempo per aver dato vita alle famose Olimpiadi, i giochi in onore di Zeus. Incastonata lungo la valle del fiume Alfeo, nella parte nord-occidentale dell’attuale Peloponneso, Olimpia era come un santuario, una città a tema costellata di templi, teatri, monumenti celebrativi e statue, ma anche la sede degli alloggi per gli atleti nel periodo delle competizioni sportive.
Oggi è un parco archeologico affascinante, dalla bellezza decadente, malinconica e grandiosa allo stesso tempo, meta obbligata per i turisti che
visitano il Peloponneso.
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giovedì 5 novembre 2009

Allora aboliamo calendari, affreschi e domeniche




Ho apprezzato i vostri commenti al post precedente e vi ringrazio. Leggendo il Giornale stamattina ho trovato  troppo bello questo articolo di Andrea Tornielli che pongo alla vostra attenzione, se vi va di leggerlo. Speriamo che, con tutto questo gran parlare, qualcuno si ricordi che il Cristo crocifisso è Colui che è morto in croce per la salvezza di tutti e Gli rivolga un grazie e una preghiera.

Caro Direttore,
la sentenza della Corte di Strasburgo mi ha finalmente aperto gli occhi. L’Italia deve svegliarsi dal suo medioevale torpore e imparare dalle avanguardie europee. Diciamola tutta: è l’ora di finirla con quest’Italietta cattolica, con questo Paese di campanili, con il frusciar di tonache pretesche e d’ingerenze cardinalizie a ogni piè sospinto.
Finalmente c’è un giudice a Berlino che riconosce l’inaudita violenza alla quale sono stati sottoposti fin dalla fondazione dello Stato unitario generazioni di studenti, costretti a incrociare con lo sguardo svogliato, quei due pezzi di legno inchiodati al muro. È ora di liberarsi da questi fardelli del passato, la cristianità è tramontata, la Repubblica è laica, i cristiani tengano i crocifissi in casa o in chiesa, non pretendano di imporli a scuola e negli uffici in pubblici né tantomeno nelle aule di giustizia dove vengono giudicati i poveri cristi.
La battaglia per la libertà dal giogo della religione è però appena cominciata. Questo è soltanto un primo, timido ma necessario passo. Te ne suggerisco qualche altro. Non basterà abolire, come tu stesso hai ricordato, il simbolo della Croce Rossa su fondo bianco, ormai tradizionale emblema delle istituzioni ospedaliere. Bisognerà porre la questione ormai irrinunciabile, del computo del tempo. Ti pare corretto che io, laico, sia costretto per un’assurda convenzione d’antan a calcolare gli anni dalla data nascita di un ebreo marginale e irrilevante, venuto al mondo in un villaggio agli estremi confini dell’Impero romano? Ti pare giusto che io debba riferirmi a quella nascita ogni qual volta spedisco un’email, scrivo una lettera, pianifico una vacanza o leggo un giornale? Sopruso insopportabile: son costretto a riferirmi a Gesù ogni santo giorno e più volte al giorno. L’Europa dovrebbe studiare un calendario veramente laico e condiviso, che faccia piazza pulita di queste convenzioni religiose di parte. Si potrebbe ricominciare a contare gli anni dalla fondazione di Roma (ma i laziali saranno d’accordo?) o meglio inventare una data di partenza ex novo.
E poi, vogliamo parlare della domenica? Si continua a chiamarla così, vale a dire dies Domini, giorno del Signore, e sono costretti a festeggiarla tutti, anche i non credenti, quando è risaputo che in questo giorno si ricorda la resurrezione del suddetto ebreo marginale nato in Giudea un paio di millenni fa. Perché favorire quei cattolici (sempre meno), che usano di quel giorno per le loro pratiche religiose di precetto? Noi laici dovremmo ribellarci, e chiedere all’Europa di istituire il fine settimana il martedì (non il mercoledì, sennò favoriamo quelli che vanno all’udienza del Papa)
(segue)

www.ilgiornale.it/interni/allora_aboliamo_calendari_affreschi_e_domeniche/05-11-2009/articolo-id=396504-page=0-comments=1

martedì 3 novembre 2009

L' Europa e il crocifisso negato.




Altro che richiamo alle radici cristiane dell’Europa, prima di tutto bisogna togliere, cancellare, il crocifisso dalle classi. E’ la Corte europea dei diritti dell’uomo a stabilirlo. Per sentenza. Sembra di ricordare quel “volete Gesù o Barabba?”… “Laicamente” la Corte ha deciso che la presenza dei crocefissi nelle aule scolastiche è “una violazione dei genitori ad educare i figli secondo le loro convinzioni” ed è anche una violazione alla “libertà di religione degli alunni”. Il caso è stato portato davanti alla Corte di Strasburgo da Soile Lautsi, cittadina italiana originaria della Finlandia, che nel 2002 aveva chiestoall’istituto statale “Vittorino da Feltre” di Abano Terme (Padova), frequentato dai suoi due figli, di togliere i crocefissi dalle aule.  A nulla, in precedenza, erano valsi i suoi ricorsi davanti ai tribunali in Italia. Ora i giudici di Strasburgo le hanno dato ragione.

Cito papa Giovanni Paolo II: “Chiesa ed Europa sono due realtà intimamente correlate nella loro essenza e nel loro destino… Dobbiamo riaffermare che il Vangelo è ancora un riferimento fondamentale per l’intero Continente”. E ancora: “L’unità dei popoli europei, se vuol essere duratura, non può però essere solo economica e politica. Come ebbi a ricordare nel mio pellegrinaggio a Campostella, nel novembre del 1982, l’anima dell’Europa resta anche oggi unita, perché fa riferimento a comuni valori umani e cristiani. La storia della formazione delle Nazioni europee cammina di pari passo con l’evangelizzazione. Pertanto, nonostante le crisi spirituali che hanno segnato la vita del Continente sino ai nostri giorni, la sua identità sarebbe incomprensibile senza il Cristianesimo”.


Cito papa Benedetto XVI: “‘L’Europa  sarà realmente sé stessa solo sapendo conservare l’originalità che ha costruito la sua grandezza e che è in grado di fare di essa, domani, uno degli attori maggiori nella promozione dello sviluppo integrale delle persone che la Chiesa cattolica considera come l’unica via capace di rimediare agli squilibri presenti nel mondo”. Se viene meno il riferimento all’eredità cristiana europea, c’è il rischio che i valori fondanti della tradizione europea possano essere strumentalizzati da individui o gruppi di pressione desiderosi di far valere degli interessi particolari a svantaggio di un progetto collettivo” che ha come obiettivo principale ”la cura del bene comune degli abitanti del continente”.


Il Cristo morto in croce, il simbolo della tolleranza e del perdono “viola la libertà di religione degli alunni”,  è una minaccia alla libertà dei genitori nelle scelte educative. Un simbolo da cancellare nelle scuole. Semplicemente. Ormai si va oltre il relativismo e si pensa di imporre dall’alto delle sentenze la laicizzazione dello Stato in nome di un multiculturalismo fintamente democratico come se l’identità dei popoli fosse un “incidente della storia”.
Voi che cosa ne pensate?

blog.ilgiornale.it/taliani

domenica 1 novembre 2009

Visita al camposanto




Giornata uggiosa  questo 1° Novembre, triste fin dal primo mattino; foglie ormai secche in terra, aria umida, cielo grigio in sintonia con il pensiero che va, soprattutto in questi giorni, a chi ci ha lasciato.
Il mio cuore però non è triste. Come mi succede molte volte in questa giornata mi sembra che sia tutta una festa.
Al Cimitero un via vai inusuale, gente vicino alle tombe fiorite oltre ogni limite: alcune con fiori veramente belli, a volte mai visti.
Mi sembra che tutti quei visi nelle lapidi, che nei giorni normali durante l' anno osservo con tristezza, si animino all' improvviso manifestando la loro gioia per la compagnia, i fiori e le luci di questa giornata.
Forse è soltanto la mia fantasia che mi inganna: sono abituata alle visite solitarie al cimitero, dove raramente incontro qualcuno, i fiori sono per lo più di stoffa o plastica e pochi i lumini accesi.
Anche i miei defunti oggi mi sembrano diversi. Ecco la mia mamma che, pur sorridendo, mi rimprovera per i troppi fiori e perchè, come al solito, sono in ritardo: è già arrivato il prete e tu non eri ancora qui. Il mio papà non dice nulla: per lui va sempre bene, basta che mi veda arrivare. I miei suoceri, come sempre, hanno il volto serio: ma perchè abbiamo messo quelle foto? Lo hanno voluto loro; forse però era meglio una istantanea di quando erano al mare, sia pure un pò giovani.
Purtroppo, un pò più in alto, c'è qualcuno che ha sempre il sorriso, è sempre lo stesso, ma non per me.
Oggi è un sorriso triste, velato..forse sono i miei occhi. " Va' a casa mamma che incomincia a fare freddo".
E' vero: il cimitero si sta svuotando, l' aria è sempre più umida; i fiori sono a posto, i lumini accesi.
Mi avvio con passo svelto: a casa c' è qualcuno che mi aspetta per fare il compito di matematica. Grazie, Signore.

venerdì 30 ottobre 2009

Halloween è anche salute e bellezza. I "poteri" nascosti della zucca

Un post di Evangelica mi ha aiutato a comprendere Halloween che io demonizzavo senza troppi scrupoli.
Così non sono subito fuggita davanti a questo interessante articolo che vi propongo.



























Le salutari proprietà della zucca non solo in cucina.
LUIGI MONDO & STEFANIA DEL PRINCIPE   (La Stampa)

Halloween è anche salute e bellezza. I La notte più "spaventosa" dell'anno può anche riservare piacevoli sorprese: è il caso di uno degli ingredienti più utilizzati per la coreografia di questa festa, la zucca.
La zucca, infatti, prima di essere una lanterna per illuminare la via delle tenebre – così come recita la leggenda – è un cibo e un rimedio utili in molte situazioni.
Per esempio, la zucca è povera di calorie (si parla di 49 calorie per una tazza di minestra) è ed adatta quindi a chi è a dieta; è ricca di vitamina A sottoforma di betacarotene e quindi utile per la vista; è ricca di fibre tanto utili all'intestino e alla sua "regolarità"; contiene molto potassio, un minerale prezioso che, tra gli altri, aiuta in caso di ritenzione idrica, crampi, ipertensione. Ma contiene anche altri elementi utili come ferro, zinco, vitamina C, luteina (un antiossidante) e molti altri principi che fanno della zucca molto più che una semplice decorazione.

Della zucca si può usare praticamente tutto, non solo la polpa che volendo può essere impiegata fresca come maschera di bellezza, ma si mangiano anche i semi secchi che sono ricchi di magnesio (tanto utile per la salute) e ferro, e poi altri minerali come manganese, rame, zinco; proteine e vitamina K. Senza dimenticare gli steroli vegetali che secondo alcuni studi possono ridurre il rischio di cancro e malattie cardiache e gli acidi grassi omega-3, anch'essi ritenuti utili nel ridurre il rischio di malattie cardiovascolari.
Insomma, è proprio il caso di dirlo: tra il dolcetto o lo scherzetto è certamente meglio scegliere la zucca che è più sana e non nasconde sorprese.

Subito dal verduriere a comprare una bella zucca.  A proposito dei semi, ricordo che mia nonna li faceva seccare nel forno della cucina economica a legna, me li apriva e io ne ero ghiotta. Tempi passati?

lunedì 26 ottobre 2009

Preghiamo insieme i Santi




Si avvicina la loro festa, quasi me ne dimenticavo. Ricordo sempre i Morti, ma il 1 Novembre è la festa di Tutti i Santi
che la Chiesa festeggia il giorno prima della commemorazione dei defunti, proprio perchè li vuole accomunare nella vicinanza a Dio. Ecco una bella preghiera che ho ricevuto oggi.

O spiriti celesti e voi tutti Santi del Paradiso, volgete pietosi lo sguardo sopra di noi, ancora peregrinanti in questa valle di dolore e di miserie.

Voi godete ora la gloria che vi siete meritata seminando nelle lacrime in questa terra di esilio. Dio è adesso il premio delle vostre fatiche, il principio, l'oggetto e il fine dei vostri godimenti. O anime beate, intercedete per noi!


Ottenete a noi tutti di seguire fedelmente le vostre orme, di seguire i vostri esempi di zelo e di amore ardente a Gesù e alle anime, di ricopiare in noi le virtù vostre, affinché diveniamo un giorno partecipi della gloria immortale.
Amen.

domenica 25 ottobre 2009

Se queste sono scarpe....

Temendo che a qualcuno di voi (specialmente alle donne) possa essere sfuggita la sfilata di moda delle calzature, ho pensato bene di postare questa immagine  e il link per vedere tutte le altre. Non sia mai che non si sappia quali saranno le scarpe per il prossimo inverno. Siccome io soffro di freddo alle estremità (leggi: piedi) forse non acquisterò quelle della immagine, ma le propongo a chi di voi abita al Sud o non teme i rigori dell' inverno e, pur di essere alla moda, farebbe qualsiasi sacrificio. Mi piacerebbe conoscere le vostre preferenze.

donna.libero.it/unoduetrend/scarpe-calzature-zeppe-mcqueen-cuissarde-stivali-moda-ne2225.phtml

sabato 24 ottobre 2009

Stanchezza

Girando per i miei link mi sono imbattuta in questa bella poesia. La posto per voi sperando di fare cosa gradita all' autrice.

Stanca….sì
e anche tanto..
Stanchezza in questo inizio d'Autunno … ma stanchezza talmente dolce..
che sarebbe bello viverla in pieno con la stessa dolcezza d'animo e la
passione che mi suggerisce l’anima
Stanchezza per quei fantasmi inseguiti a lungo,
per quelle parole che diventano un soliloquio,
nel quale non è vero che si parli uno con l'altro,
è vero invece che ognuno parla a se stesso,
alla parte più intima e nascosta…..
Degli ultimi anni potrei dire di avere cose da raccontare.
Vita vissuta a morsi nel concreto, lacrime ..e gioia…gioia e lacrime
Ho vissuto questo e altro, ho dato la voglia di vivere e poi l'ho tolta,
ho ricevuto voglia di vivere che poi mi è stata tolta.
Mi sento come uscita da una festa nella quale mi sono divertita immensamente,
ma che a guardarla ora non è piu’ la stessa cosa ...
Strana sensazione quella: aver lasciato una strada nuova , per imboccare…come sempre la solita strada ..la mia
E oggi tanta voglia di normalità.... tanta.. voglia di normalità.
Senso di disagio che scrivo qui .. su questa pagina….
Ma so’ che passera’…deve.

ondadelmare2007.splinder.com/


mercoledì 21 ottobre 2009

Santorini - Grecia

Una cartolina da Oia


E' il nome dell' escursione che ho compiuto nell' isola di Santorini, bellissima nei suoi colori bianco e blu. Purtroppo non mi sono potuta trattenere molto e di corsa ho scattato queste fotoE' rimasto nel cuore il desiderio di tornarci, in una stagione più propizia e con più calma.
La guida ci ha detto che dei luoghi che visitiamo
è importante che rimanga qualcosa di sconosciuto: di Santorini a me resta molto da vedere.

Santorini - GreciaDSC02014DSC02019DSC02018


domenica 11 ottobre 2009

Arrivederci

Con una poesia di Luciana vi saluto: sarò assente per una settimana. Invito chi lo desidera a visitare i suoi Blog, ricchi di poesia. Grazie per la vostra presenza, a presto.


CORNICE LARIANA



fotografia: Franco A. Cavalleri


Foglie d’edera abbarbicate e strette
decorano in livrea un accesso privato:
angolo lacustre, con veduta lago.

Incorniciato, a spicchio
s’apre (come un gran sorriso)
l’azzurro intenso del Lario.


© Luciana        

www.comoinpoesia.com/



giovedì 8 ottobre 2009

Tristezza



Quanta tristezza
a volte dentro il cuore.
Pare si sia annidata
in un luogo profondo,
difficile il raggiungerlo.
Non se ne vuole andare,
si trasforma in lacrime:
si fermano negli occhi.
Tutto ora si offusca;
un nodo è nella gola,
un nodo che non scioglie.


Censorina

mercoledì 7 ottobre 2009

Massima




Quando non si ha ciò che si ama, bisogna amare quel che si ha.



Roger de Bussy-Rabutin


Dal Calendario 2009 dei dipinti con la bocca e col piede che ricevo annualmente ho tratto questa bella massima inserita nel mese di Ottobre. Ce n'è una per ogni mese. Questa mi ha molto colpita e fatto pensare a quanto sarebbe meno complicata la vita se riuscissimo veramente a farla nostra.

martedì 6 ottobre 2009

Il Papa depresso di Moretti finanziato dai soldi europei



 

Roma - Dopo aver incassato 600mila euro a Strasburgo, Nanni Moretti s’è precipitato a Roma, per dire «qualcosa di sinistra» in Piazza del Popolo, dove sabato ha manifestato in favore della libertà di stampa. Eppure proprio lui scrive e gira quel che vuole da trent’anni a questa parte, senza censure ma con sempre minore vigoria artistica, com’è fisiologico e come dimostrano i modesti incassi de Il Caimano, l’ultimo sforzo del regista contro le malefatte di Silvio Berlusconi. Meglio passare da Papi al Papa, allora, per raddrizzare le sorti del Belpaese ed ecco chiuso il progetto di Habemus papam, l’erigendo film di Nanni Moretti, che il fondo europeo di sostegno finanziario Eurimages (creato nel 1988) ora sponsorizza con l’erogazione d’una somma non modesta: 600mila euro, appunto. Sulla carta il Fondo ha «finalità culturale innanzitutto, in quanto si sforza di sostenere opere che riflettono i molteplici aspetti della società europea, ma le cui radici comuni mettono in evidenza l’appartenenza a una stessa cultura». Andiamo bene, perché in Habemus papam, «commedia di riflessione» sceneggiata da Nanni Moretti, Federica Pontremoli e Francesco Piccolo; coprodotta dalla Sacher Film di Nanni Moretti con la francese Le Pacte di Jean Labadie, distribuita internazionalmente dalla Wild Bunch, intanto che Rai Cinema tratta la sua quota d’intervento nel progetto (per lo sfruttamento televisivo), al centro della storia troviamo un pontefice depresso e impaurito dal Potere (metafora della Morte), una fetecchia d’uomo che avrà la faccia frusta di Michel Piccoli e svariati attacchi di panico. I film si giudicano dopo averli visti, è chiaro, ma il plot narra di un Conclave allo sbando (la scena d’apertura), che non sa quali pesci prendere, appena ai cardinali sarà chiaro che il Papa neoeletto non ha alcuna voglia di salire sullo scranno di Pietro. Troppi i dubbi, le nausee, i disincanti d’una nevrosi devastante. Per convincerlo a onorare l’incarico, i cardinali chiameranno uno psichiatra, impersonato da Nanni Moretti, qui strizzacervelli per la seconda volta, dopo La stanza del figlio. Massì, è solo una commedia e lo stesso regista, puntando al Festival di Cannes 2010, ha messo le mani avanti, dichiarando che il film «cercherà un equilibrio tra realismo di ambientazione, sentimento doloroso e improvvisi scarti verso la leggerezza. Non è una satira.
Racconta di un uomo, che sembra non farcela». Amen.
Cinzia Romani

                                        www.ilgiornale.it/spettacoli/il_papa_depresso_moretti_finanziato_soldi_europei/
06-10-2009/articolo-id=388536-page=0


Quanto in basso dobbiamo ancora scendere pur di colpire la Chiesa?    

giovedì 1 ottobre 2009

Il timor di Dio




L' ultimo, in ordine di elenco, dei doni dello Spirito Santo è il "timor di Dio". Questo timore non dà paura all' uomo giusto, ma lo zelo nell'osservanza dei comandamenti, i quali donano pace e gioia. Il giusto è gradito a Dio che ne benedice la discendenza.
Non per nulla di una persona retta si dice "timorato di Dio".
Come sempre, nelle mie riflessioni spirituali, mi soffermo sulla Parola di Dio che può essere utile a me e la condivido con chi passa di qui.
Beato chi cammina nella legge del Signore.

Beato l'uomo che teme il Signore
e trova grande gioia nei suoi comandamenti.
Potente sulla terra sarà la sua stirpe,
la discendenza dei giusti sarà benedetta.

Onore e ricchezza nella sua casa,
la sua giustizia rimane per sempre.
Spunta nelle tenebre come luce per i giusti,
buono, misericordioso e giusto.

Felice l'uomo pietoso che dà in prestito,
amministra i suoi beni con giustizia.
Non temerà annunzio di sventura.

Saldo è il suo cuore, confida nel Signore.
Sicuro è il suo cuore, non teme,
finché trionferà dei suoi nemici.

Egli dona largamente ai poveri,
la sua giustizia rimane per sempre,
la sua potenza s'innalza nella gloria.

sabato 26 settembre 2009

mercoledì 23 settembre 2009

Il congiuntivo è morto? Ma mi facci il piacere!




 Il congiuntivo è un elegante modo verbale che serve a indicare un’azione incerta, ipotizzabile, desiderata, dubbia. È per questo, probabilmente, che il suo uso è così soggettivo: c’è chi rispetta le regole grammaticali e chi no, a volte per vezzo altre per vizio, in maniera sintatticamente trasversale rispetto al livello socio-culturale del soggetto, parlante o scrivente che sia, dalla velina all’intellettuale. Non è rimasta nella storia della televisione, e di per sé neppure della lingua italiana, ma è rivelatrice di una tendenza nazional-popolare, quella volta che Manuela Arcuri - qui simbolicamente assurta a grado zero della scrittura - a un festival di Sanremo, per poter dimostrare le sue doti chiromantiche, chiese a Pippo Baudo, tenendogli al mano: «Vuoi che te la leggo?», così come non è rimasta nella storia del giornalismo, e di per sé neppure della lingua italiana, ma è ugualmente rivelatrice di una tendenza radical-chic, la volta che Eugenio Scalfari - qui ironicamente assurto a grado massimo della scrittura - su Repubblica, iniziò un editoriale con la sentenza: «Credo che Dio è un’invenzione della mente».


Di certo il congiuntivo è un’invenzione diabolica della lingua, ed è indicativo che ci passino sopra celebri penne e anonimi ignoranti. Il comune senso dell’errore. Come ha fatto notare tempo fa Filippo Facci, che non è un congiuntivo sbagliato ma un giornalista, Giuliano Ferrara una volta, sul Foglio, in venti righe piazzò dentro un «Penso che quella è stata ed è una guerra giusta», un «Penso che è una benedizione» e un «Penso che la guerra americana non ha decretato il terrorismo». Il maestro Ferrara quel giorno, platealmente, decise di abolire il congiuntivo nella lingua scritta. Recentemente un altro intellos, l’assessore alla cultura di una ridente metropoli lombarda, ha concluso la sua prima conferenza stampa con un emozionato «Vorrei che la cultura si dasse questa dimensione anagrafica», abolendolo (almeno nella sua forma corretta) anche nella lingua parlata e dimostrando che, così come il congiuntivo non è a esclusivo appannaggio delle subordinate, il suo uso scorretto non lo è dei subacculturati. Se Paolo Virzì - uno che per Ovosodo, nel 1997, scelse come protagonista un ragazzo cresciuto in un quartiere popolare di Livorno dove «basta un congiuntivo di più e sei bollato come finocchio» - nel recente Tutta la vita davanti ha messo in bocca alla splendida Sabrina Ferilli, burina quarantenne in carriera, la traballante battuta «Sabato inauguro la mia nuova casa... Vorrei che ci sei anche tu», significa che la congiunzione tra persona ignorante ed errore grammaticale è solo un luogo comune, e come tale falso.


Come è falso il luogo comune che dà ormai per morto il congiuntivo, ammazzato dalla televisione, dai nuovi media, dall’analfabetismo di ritorno, da Aldo Biscardi e dal suo emulo Marco Mazzocchi che si dà molto da fare «Ma credo che non ce la fa», i quali giornalisti, comunque, svettano come docenti di Filologia romanza rispetto a quel tale ministro della Pubblica istruzione che, anni fa, al Tg2 dichiarò «Vorrei che ne parliamo» e poi, a un giornale che gliene chiedeva conto, puntualizzò: «Non è colpa mia se la prima persona plurale dell’indicativo e del congiuntivo presente sono uguali: parliamo». E parliamone, basta che vi decidete.


Luigi Mascheroni

http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=384616&LINK=MB_T


Ho postato questo articolo che mi è parso interessante, anche se un pò lungo. Ogni tanto, da qualche anno a questa parte, si parla di "morte" del Congiuntivo. E' vero che la maggior parte delle persone, acculturate o no, non se ne serve quasi più nella lingua parlata.
Io però al congiuntivo sono affezionata e la sua assenza nel linguaggio la posso perdonare solo a Totò.

Riporto una specie di "poesia" che ho scritto tempo fa quando in TV si parlò dell' uso del congiuntivo da parte dei giovani.

        CONGIUNTIVI

 


 

“La gioventù rifiuta i congiuntivi.”


Qualcuno ha detto: -Sono vecchi-


Dopo averli tanto usati,


anche i verbi se ne vanno,


spazzati via, ormai secchi.


 


I sostantivi bastano.


Concessi articoli e aggettivi,


 qualche preposizione


ad evitar che insorga


un po’ di confusione.


 


Cambia il modo di fare,


di scrivere, comunicare.


I sentimenti restano


uguali come sempre.


I ragazzi amano, soffrono,


ridono allegramente.


 


A me ora che resta?


L’uso del congiuntivo,


la frase ben forbita,


il cuore un poco a pezzi,


 


l’amore per la vita.




 

 

venerdì 18 settembre 2009

Kabul: Il massacro fa esplodere i problemi veri

Ho trovato questo articolo molto interessante e lo propongo a chi ha la pazienza di leggere e la volontà di farlo.



 


Quanti anni luce dista l’Italia da Kabul? Qui parliamo d’inferno per un nubifragio o una coda in autostrada, di guerra e linciaggio per le beghe politiche o televisive, di killer per un articolo e di gente che salta per aria alludendo a un direttore dimissionario. Poi un giorno abbiamo davanti agli occhi l’inferno vero di Kabul, la guerra dei talebani contro noi occidentali, un kamikaze killer che fa saltare in aria non per modo di dire una decina di nostri soldati. E allora capiamo come quest’Italia viva in una bambagia di ipocrisie, usando metafore improprie e dimenticando la realtà. Crede di essere entrata nell’era della globalizzazione e invece vive un suo universo provinciale, a circuito chiuso, dove tutto finisce a Porta a Porta o in tribunale. Abbiamo perso il respiro della storia e abbiamo abbandonato alla solitudine i parà che sono a Kabul, ma anche i nostri che rischiano la pelle in Somalia o dove diavolo li porta la cruda realtà. Non capiamo più cos’è la storia, cos’è la guerra, cosa sono i soldati e i guerriglieri, non siamo in grado di capire la virulenza dei fanatici e l’uso delle bombe. Per avere una vaga idea di quel che succede, dobbiamo equiparare l’attentato di Kabul o di Nassirya agli incidenti stradali, ai terremoti, alle tragedie come quella di Viareggio. Non siamo più in grado di capire cos’è una guerra e cos’è l’odio.
(segue nel link sottostante)



                                                               www.ilgiornale.it/a.pic1

giovedì 17 settembre 2009

Le parole di Madre Teresa

Per i soldati della Folgore morti nell' adempimento del loro dovere





lunedì 14 settembre 2009

Auto d'epoca.

Oggi esposizione di auto d' epoca alla festa del paese. Purtroppo sono arrivata tardi e molte auto non c' erano più.
Vedendone alcune che ricordavo di aver visto quando ero bambina ho pensato: " Mamma mia! Allora sono d' epoca anch' io".














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domenica 13 settembre 2009

Rifugio degli asinelli

Oggi sono andata con mio marito e  la mia nipotina in un luogo di collina dove è stato allestito un grande parco a rifugio di molti asini (più di un centinaio) salvati da varie situazioni difficili. E' un luogo molto bello, nel verde, dove gli asini hanno grandi spazi a disposizione.
Ogni recinto ha una propria caratteristica
: madri che hanno appena partorito o incinte; puledri svezzati, asinelli che incominciano a fare amicizia con i compagni.
Ci hanno spiegato che ogni asino ha sempre un amico e infatti li abbiamo visti viaggiare in coppia. Le stalle sono nuove, moderne e funzionali. Vi è il luogo per la quarantena, dove ogni animale deve rimanere per qualche tempo (sempre in coppia) per evitare che trasmetta malattie eventuali agli altri.
In una specie di "clinica" abbiamo potuto vedere un asinello operato da poco che zoppicava in compagnia del suo amico del cuore.
E' stata una giornata bella, al  termine della quale per Francesca abbiamo "adottato" un asinello per un anno. E' un contributo irrisorio che aiuta questa associazione (onlus) a prendersi cura degli animali.
L' asino di Francesca si chiama Pufulet, viene dalla Romania: è stato trovato all' età di un anno (ora ne ha due) in acqua stagnante, mezzo congelato e denutrito. Ora sta bene.
Ecco la foto degli asinelli da adottare a distanza:

da adottare
Pufulet
Pufulet
Asinelli amici
Amici

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