giovedì 17 luglio 2008

Amore per la montagna

La tristissima notizia della caduta in un crepaccio di Karl Unterkircher, mentre scalava una difficile parete nord del monte Nanga Parbat in Pakistan, ha colpito l' opinione pubblica ed è rimbalzata su quasi tutti i media.


Qualcuno dirà certamente che se l' è andata a cercare, che queste scalate sono al limite della follia. Io non dico nulla, penso alla moglie e ai tre bambini.



Ho sempre amato la montagna, quella vicino a me, raggiungibile senza troppo pericolo, ma ho conosciuto persone che per lei avrebbero anche rischiato.

E' amore, è sfida? Non lo so. Posso solo rivolgere a Dio le bellissime parole di questo famoso canto.





 


4 commenti:

  1. Non sapevo la notizia , mi dispiace anche il mare delle volte ti tradisce. ma se si ama veramente, non ti accorgi del rischio.un pensiero franca

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  2. Un uomo coraggioso e uno spirito libero se n'è andato inseguendo un sogno,non capita a molti.Possa riposare in pace.

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  3. @ Franca: le forze della natura sono indubbiamente superiori a quelle dell' uomo che però la ama e la rispetta anche con timore reverenziale. Succede però che questo amore e rispetto non sempre bastino.

    Sia la montagna che il mare mostrano a volte la loro crudeltà. Conosci la leggenda della Grigna? E' un bellissimo canto di montagna che parla di questo.

    Un abbraccio affettuoso. Paola

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  4. @ Roberto: avverto dell' ammirazione nelle tue parole: non è da tutti, è vero.

    Ho visto alcune diapositive di scalate presentate dagli stessi scalatori e io , che pur amo la montagna, mi sono sentita uno scricciolo.

    Buona notte. Paola

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