Questa volta il mio post non è molto felice, ma non riesco a non parlarne.
Nei giorni scorsi sono stata in Polonia per un Pellegrinaggio nei luoghi di Giovanni Paolo II. Pensavo che ne avrei subito scritto, appena rientrata dal viaggio, ma non immaginavo che il mio primo pensiero sarebbe stato per quel campo tristemente famoso.
Avevo visto che era nel programma e subito avevo deciso che non vi sarei entrata per evitare sicure angoscie.
La mattina della visita mi armai di un libro da leggere decisa a cercare rifugio all' esterno del campo: nei paraggi solo chioschi di vendita di libri e bevande, nessuna presenza di bar e sedie. Allora come una pecora seguii il gregge, indossai le cuffie e ascoltai le parole della giovanissima guida, bionda, con una lunga gonna bianca: mi diede l' impressione di un angelo del passato che raccontava in modo piano e serio vicende incredibilmente disumane. Qualcosa scattò nella mia mente, per difesa, e pur ascoltando e osservando quello che scorreva sotto i miei occhi, mi sentii come se fossi all' interno di un film. Il tempo si era fermato e non mi resi conto delle due ore e più trascorse in quel luogo.
Nei giorni seguenti evitai di pensarci, ma oggi prepotentemente il film si è trasformato in realtà e non vi posso più sfuggire.
auschwitz.altervista.org/
Io sono stata a Mathausen e so quel che si prova.
RispondiEliminaUn abbraccio!
La follia dell'uomo non ha limiti.Non dimentichiamolo mai.Un abbraccio.Roberto
RispondiEliminaHo letto molto sui campi nazisti ed il solo pensiero mi riempie di pena e di rabbia. Non commento, sarebbero solo parole retoriche.
RispondiEliminasono ugo, ho inviato il commento precedente, ma come al solito non appare il mittente. Ciao.
RispondiElimina@ Kathe: vedo che hai fatto una esperienza simile; io non credevo di riuscire ad arrivare alla fine della visita.
RispondiElimina@ Roberto: la follia dell' uomo è il termine esatto e io aggiungerei: la cultura dell' odio e della supremazia sugli altri.
@ Ugo: le parole non servono, se ne sono già sprecate troppe. Col mio post volevo soltanto esternare il modo in cui ho affrontato questa visita che non intendevo fare, ma non sono stata capace di persistere nel mio intento: sono stata costretta a riflettere al male di cui sono capaci gli uomini di tutti i tempi e di tutte le razze.
ho cancellato e riscritto diverse volte quello che scrivevo in questo commento. Ho sempre sperato di andare ad Auschwitz, spero davvero di andare un giorno...ma, sai forse non c'è bisogno di andare fin lì per capire dove siamo capaci di arrivare..sarà il caso che mi fermi qui?!
RispondiEliminaE
@ Controcorrente: anch' io pensavo di aver capito tutto e solo il pensiero di andarci mi faceva star male. Poi, come ho detto, era inserito nel programma del viaggio. Non posso dire di aver capito di più, ma qualcosa dentro di me è cambiato e ora desidero approfondire le mie conoscenze al riguardo. Non so se sia un bene. Ciao
RispondiEliminaNon credo di sbagliare quando dico che l'animale più insensatamente crudele è proprio l'uomo: basta pensare agli strumenti di tortura affinché la morte giunga dopo atroci dolori.... Ciao da Ugo
RispondiEliminaciao Paola. Ugo
RispondiEliminaQualche anno fa, il Liceo in cui lavoravo organizzò delle visite nei luoghi della memoria per i nostri ragazzi. Partiti strafottenti e allegri, tornarono pallidi e senza parole. Credo che la visita ad Auschwitz abbia segnato per sempre la loro vita, ed è giusto che sia così.
RispondiEliminaciao, un saluto a te.
non credo che si sia troppo piccoli per capire certi errori
EliminaHo insegnato alle Elementari per lunghi anni e conosco bene la psicologia infantile. Ai bambini le notizie terribili vanno date con un linguaggio adatto a loro e non tutto ciò che ho visto mi sembrava opportuno. I forni crematori si vedevano bene: lì non c'era nessun filtro.
EliminaEro ancora bambina nel dopoguerra e ricordo bene lo choc subito dai racconti delle vicine nel cortile.
C'è un'età per ogni cosa. Grazie dell'intervento.
@ Linda: quando ci sono andata io ho visto alcuni genitori che accompagnavano bambini; non credo che ciò sia stato bene: troppo piccoli per capire. Non erano alunni di Liceo.
RispondiElimina@ Ugo: grazie della visita.
Sai che non sempre riesco a vedere fino in fondo i filmati di quell'epoca? Fa troppo male...
RispondiEliminaUn argomento che mi fa accapponare la pelle sin dai tempi del liceo. Non riesco a trattanere le lacrime davanti a un film su tale argomento o alla foto della dolce Anna Frank. Baci
RispondiEliminaun passaggio da quì ed un saluto cordiale. ugo
RispondiEliminaCIAO. Hai fatto bene a parlarne, perchè i giovani devono sapere, le cose terrificanti che sono successe, come la dignità umana è stata calpestata in nome di idee assurde, di una pazzia collettiva. Non si può e non si deve dimenticare, per la memoria di tutti i morti. Ho letto giorni fa " il treno dell'ultima notte" un libro di Dacia Maraini. Che racconta le vicende ignobili dei campi di sterminio, e racconta anche la rivolta degli ungheresi, all'entrata dei carri armati russi. Due fatti tragici, a distanza l'uno dall'altro di 12 anni. Come mai la storia non insegna e si ripetono, sempre fatti assurdi e terrificanti in nome del potere e della dittatura'
RispondiEliminaUn abbraccio penny
@ Annamaria: ti comprendo benissimo. A me piace vedere il film "la vita è bella" quando mi capita, ma guardo solo la prima parte.
RispondiElimina@Cettyna: Anch' io non so trattenere le lacrime; là mi sono irrigidita per poter continuare la visita.
@Ugo: ricambio il gradito saluto.
@Penny: la nostra guida era una donna polacca sulla cinquantina e ci ha parlato molto del popolo polacco che ha subito il Nazismo prima e il Comunismo poi. Ne parlava con grande accoramento, ma anche speranza per il futuro.
Per quanto si possa essere letto o visto sull'olocausto penso che ritrovarsi di fronte a ciò è stato sia tremendo .... indescrivibile...
RispondiEliminaQuanta malvagità ha potuto raggiungere l’uomo!
Un abbraccio forte
@ Ande: ti dirò che temevo peggio. Sono riuscita a estraniarmi un pò col cuore e la mente, ma una volta a casa, le immagini mi sono venute innanzi. Ciao cara.
RispondiEliminaA me fa molto pena vedere che gli uomini dopo tanti anni non sono cambiati. Ancor oggi ci son campi di concentramento, magari senza camere a gas ma dove uomini donne e bambini sono rinchiusi e trattati come bestie in gabbia solo perchè sono sfuggiti da guerre e persecuzioni: si chiamano CIE e li abbiamo sparpagliati in tutte le nostre città italiane senza minimamente protestare...
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