
C’è un’antica fiaba orientale che ben descrive
la differenza tra Inferno e Paradiso....
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Le fiabe, si sa, esprimono la saggezza dei popoli ed esortano ciascuno di noi a riportare nel proprio quotidiano quella “sapienza”.
La morale di questa favola è presto detta: per noi cristiani il motivo della gioia sta nella consapevolezza di essere al contempo beneficiari e strumenti della Provvidenza divina.
Padre Pio: un frate malato di protagonismo o un isterico imitatore di Francesco d’Assisi straziato dalle piaghe di Gesù? Oppure talpa del Sacro venuta dal buio medievale per rivelarne la nascosta luce? Certamente questo amarcord del Vecchio Cronista sull’incontro ch’ebbe (giovanissimo) con Padre Pio da Pietrelcina il 10 di febbraio del 1949 non presume di suggerir risposta ai tanti interrogativi così sintetizzati. E però quell’incontro lontano ma presente nel mio presente, forse, dico, quell’incontro può, oggi, valere da testimonianza. Di un laico.




Per la maggior parte degli elettori il seggio elettorale è un posto, in genere una scuola, in cui si va pensando a quello che si deve fare, a non sbagliare seguendo diligentemente le istruzioni ricevute, compresa quella nuova di non portare con sè il cellulare.
Un direttore una volta mi disse che i banchi e la lavagna trasmettono una malattia dalla quale non si guarisce mai.
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