Per la maggior parte degli elettori il seggio elettorale è un posto, in genere una scuola, in cui si va pensando a quello che si deve fare, a non sbagliare seguendo diligentemente le istruzioni ricevute, compresa quella nuova di non portare con sè il cellulare.
Per me non è stato questo (o almeno non solo)
Nell' ingresso portaombrelli in fila, sopra ognuno una scritta: classe I, classe II e così via. Cartelloni alle pareti con bellissimi disegni e collages che nessuno si fermava ad osservare. Molta gente saliva le scale, ma il luogo mi sembrò stranamente vuoto.
Mancava qualcosa che mai dimenticherò: il vociare allegro, talvolta assordante, dei bambini nel corridoio, il saluto delle colleghe, il sorriso delle bidelle.
La scuola trasformata in luogo di elezioni mi ha sempre fatto uno strano effetto, come se qualcuno ne avesse estromesso i legittimi utenti e usurpato i loro diritti.
Nell' aula i banchi non più al loro posto, occupati da persone adulte che faticano a starvi composte; i cartelloni scomparsi, la lavagna perfettamente pulita, alla cattedra non la maestra, ma un signore occupato a consegnare schede e matite.
Già..devo votare, quasi quasi me ne sono scordata... Mi piacerebbe mandar via quelle persone, rimettere tutto in ordine, far salire i bambini in fila per due cercando di zittirli, farli entrare in classe e sedermi a quello che era il mio posto.
Un groppo cerca di salire alla gola, una strana nostalgia si fa sentire....
Un direttore una volta mi disse che i banchi e la lavagna trasmettono una malattia dalla quale non si guarisce mai.
Io, entrando a scuola per dare il voto, mi sento alunna. Vorrei ordinare qualche banco e prendere posto, sicura che qualcun'altro mi si siederebbe accanto. Non passerebbe molto tempo per vedere arrivare qualche elettore insegnante (magari qualcuno dei vecchi miei)che vedendo il gruppetto/scolaresca comincerebbe a spiegare.
RispondiEliminaAlle prossime elezioni, porto con me un quaderno ed una penna, ho sempre preso appunti.
Censorina, prepara il programma.
Ritorno al passato e , o nostalgia , sicuramente per scriverla sarà stata una stupenda sensazione comunque Ciao Paola gigi
RispondiEliminaE' un mondo che hai ancora dentro...Ciao Paola, buona settimana:)
RispondiEliminaSai che effetto mi fà? di profanazione, lo stesso che ho provato in un ristorante ricavato da una chiesa sconsacrata. Un abbraccio.Ughito
RispondiEliminanon so se va bene: per favore, dimmi qualcosa. Ciao
RispondiEliminava bene? se si ti prego di comunicarmelo. Grazie.
RispondiEliminaSono andata via da scuola che ero giovane e, per varie vicende, a distanza di pochi anni, mi sento non vecchia ma molto distante da quel mondo. Soltanto tutte le giovani vite affidatemi su quei banchi sono ancora presenti nel mio cuore e nelle mie preghiere: Un bacio Annuccia
RispondiEliminaCommoventi queste tue parole...lo sai cosa mi ha detto mia figlia? Ma alla nostra scuola c'erano le maestre a fare le elezioni? Comunque ci ho pensato più volte questi giorni...i governanti fanno e sifano ma chi risarcisce i giovanio di tante giornate di scula perdute?
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